Orientamento, diritti e competenze. In quattro istituti superiori la CGIL di Taranto crea anticorpi contro lo sfruttamento e l’illegalità

Hanno dai 16 ai 19 anni e sono studenti e studentesse delle quarte e quinte classi di quattro importanti istituti superiori di Taranto e provincia: il “Liside”, il “Maria Pia”, l’ “Archimede” e il “Flacco”.

A loro sarà dedicato un percorso di 30 ore per scuola destinato a creare veri e propri anti-corpi per un approccio dei lavoratori del futuro al mondo esterno, fatto si di diritti individuali ma anche collettivi.

La CGIL di Taranto, con le categorie della scuola (FLC) e delle nuove identità di lavoro (NiDiL) con il suo carico di storia e di esperienza ritorna tra i banchi di scuola e lo fa non solo rimettendo al centro il ruolo dell’istituzione scolastica, ma strutturando il primo percorso di conoscenza e istruzione destinato ai giovani che domani incontreranno il mondo del lavoro o dell’università e della ricerca.

Il lavoro e la Costituzione, la salute e la sicurezza, le modalità di ricerca del lavoro , ma anche i diritti degli studenti e dei lavoratori, i contratti, sono alcuni dei temi che saranno affrontati.

Va dato atto alle categorie e ai dirigenti scolastici illuminati che hanno lavorato alla realizzazione di questo progetto, di aver pensato ad una cassetta degli attrezzi strutturata e precisa che fa di questo percorso di conoscenza il primo esperimento italiano in tal senso – spiega il segretario generale della CGIL di Taranto, Giovanni D’Arcangelo.

Un percorso che arriverà direttamente a 400 ragazzi e ragazze, e che la CGIL ha voluto fortemente riportare all’interno della scuola, come luogo protetto e istituzionale dove tornare a parlare di legalità e mettere in guardia gli studenti anche da varie forme di abuso e sfruttamento.

E’ etica del lavoro, educazione, conoscenza, istruzione ma anche ascolto – spiega Tiziana Ronsisvalle, segretaria della CGIL di Taranto con delega alla formazione – perché in un mondo del lavoro che cambia e che sempre più spesso scarica sulla scuola tutte le responsabilità del mancato incontro tra domanda e offerta, noi come CGIL decidiamo di investire anche su chi per questioni anagrafiche e culturali ci può raccontare il suo punto di vista.

Non a caso proprio a partire dalle prime settimane del 2024 la CGIL di Taranto si doterà di un luogo destinato proprio agli studenti e alle studentesse della provincia di Taranto.

Abbiamo voluto invertire un paradigma e non calare dall’atto questo processo di conoscenza – dice Viviana Lusso della FLC CGIL di Tarantoper riconsegnare agli studenti l’opportunità della scoperta, e per non far si che la scuola diventi la fabbrica del pronto-uso dei lavoratori. La nostra proposta fa tornare la scuola nel ruolo che le compete, ovvero finalizzata alla conoscenza e alla crescita integrata della persona.

Matteo De Robertis per il NiDiL CGIL di Taranto richiama nel corso della conferenza stampa l’indagine conoscitiva fatta dalla CGIL insieme alla Rete degli Studenti Medi. “Su 760 ragazzi intervistati, quasi nessuno conosceva quali erano i loro diritti di studenti o lavoratori”.

Poi c’è la voce della scuola e i dirigenti Vincenzo Tavella per il Liside e Patrizia Capobianco per l’Archimede, insieme alla docente del “Maria Pia” , Maria Pia Micera, disegnano il ritratto della scuola da dentro.

Sono percorsi che possono migliorare la conoscenza del mondo del lavoro – dice Vincenzo Tavella.

Sono luoghi in cui i ragazzi possono fare domande e ottenere risposte e così riprogettare anche il loro futuro – dice Patrizia Capobianco.

Occasioni – afferma Maria Pia Micera – in cui trasformare ad esempio la conoscenza di un tema così delicato come la sicurezza in competenza da spendere poi nel mondo del lavoro.

Le scuole accolgono ma lanciano anche un grido d’allarme.

Non possiamo essere lasciati soli – dicono coralmente i rappresentanti delle istituzioni scolastiche – In alcune prime classi della scuola superiore formiamo classi di 25 studenti, di cui solo 8 o 9 arriveranno in quinto superiore. Gli altri nel migliore dei casi finiscono in percorsi professionali. Molti finiscono nel nulla. Non è solo una perdita di competenze, ma anche una grave perdita di potenziale cognitivo per tutto il territorio”.

Precedente Giovanni D’Arcangelo sulle pagine nazionali della Gazzetta: “Il Primo Dicembre tutti abbiamo buoni motivi per scioperare”